Capitolo 49
A giudicare dal modo in cui il bambino era vestito con abiti firmati, Eva poteva dire che doveva essere un ragazzo ricco che si era separato e perso dalla sua gente.
«Deve essersi perso, ma non sono affari miei. La sua gente lo starebbe già cercando, è solo questione di tempo prima che lo trovino.' pensò Eva mentre riportava la sua attenzione alla strada, volendo ignorare il ragazzo perché non era dell'umore giusto per aiutarlo nella sua situazione attuale. Eva fece un cenno con la mano al taxi in arrivo per fermarlo, quando il taxi si fermò proprio davanti a lei. Aprì la portiera del sedile posteriore e stava per entrare nel taxi, ma decise di dare un'altra occhiata in direzione del bambino. Anche se lei voleva ignorarlo, una parte voleva avvicinarsi e aiutarlo dato che nessuno prestava attenzione al bambino seduto da solo sulla panchina.
'E se alcune persone molto cattive cercassero di approfittarsi di lui.' Pensò mentre guardava il bambino e, inaspettatamente, anche il ragazzo guardò nella sua direzione ed entrambi i loro occhi si incontrarono. Eva rimase scioccata non perché i loro occhi si incontrassero ma perché l'espressione sul viso del ragazzo era diversa da quella che si aspettava. Qualsiasi bambino normale sarebbe scoppiato in lacrime, tuttavia, il ragazzo sembrava incapace ma aveva ancora un'espressione calma sul viso.
Proprio così, la curiosità ebbe la meglio su Eva e lei chiuse la portiera dell'auto dicendo all'autista di andare e si diresse verso il ragazzo senza distogliere lo sguardo da lui.
" Ciao, ti sei perso?" chiese Eva con un piccolo sorriso sul viso mentre stava di fronte a lui.