Capitolo 480
Ansimava, lottando per aspirare ossigeno nei polmoni, il suo corpo si contraeva involontariamente, preparandosi al colpo successivo. Ogni muscolo del suo nucleo si irrigidì come se potesse proteggerla, ma sapeva come si giocava a quel gioco. Stavano cercando di spezzarla, non fisicamente, ma mentalmente. In situazioni come questa, se non avesse dato loro ciò che volevano, paura, dolore, sottomissione, si sarebbero solo intensificati, avrebbero spinto più forte, per farla urlare. L'unico modo per sopravvivere era dargli ciò che voleva e lei doveva recitare la sua parte alla perfezione.
E quando arrivò il secondo pugno, di nuovo dritto allo stomaco, non riuscì a trattenere un grido di dolore che le usciva dalla gola.
Quando arrivò il colpo successivo, questa volta di nuovo diretto allo stomaco, lei lasciò uscire un grido di dolore. Non troppo forte, ma appena sufficiente a soddisfare il bisogno malato di controllo dell'uomo.