Capitolo 113: Solo e indifeso
Vaiana
Quando i tre uomini incappucciati sono arrivati e mi hanno tirato fuori dalla macchina, l'unica cosa a cui pensavo era la sicurezza di Ella. Anche mentre mi legavano i polsi con le fascette, mi mettevano un sacco in testa e mi spingevano dentro un furgone, per poi partire a tutta velocità con me come ostaggio, pensavo solo a Ella. Se le fosse successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato.
Gli uomini parlavano tra loro a bassa voce, tanto che riuscivo a malapena a percepire la loro voce a causa del rumore dell'auto che sfrecciava e del mio battito cardiaco accelerato.
"Dove mi stai portando?!" urlai, lottando contro le fascette che mi stringevano i polsi.
"Stai zitto." Uno degli uomini mi ha colpito la testa attraverso il sacco, facendomi vedere un lampo di luce e lasciandomi la testa che girava. Non è stato abbastanza forte da lasciare danni permanenti, ma faceva comunque male. Mi ha spaventato e mi ha fatto piagnucolare per la paura, ma anche allora, ho continuato a cercare risposte.