Capitolo 11
Il suo sguardo ardente non si staccò dal mio mentre gesticolava verso un sedile su cui mi lasciai cadere con gli occhi che cercavano di evitare i suoi. Artemide ululava di gioia, stordito dall'eccitazione, ma mi trattenni dal leggere un significato nelle sue azioni. Imparai presto che non potevo rimanere deluso se non mi aspettavo nulla.
" Non hai sentito Beta Jabari?" ansimò Artemide, interrompendo per un attimo il suo balletto per parlare con me. "Ci ha chiamati Luna". Poiché Beta Jabari non parlava a nome del principe Valens, non capii il suo punto di vista.
" Come ti chiami?" chiese con voce chiara e autorevole. Non sentii nulla nella sua voce e mi aspettavo di sentire disgusto, persino rabbia.
“ Aysel.” Studiai una cicatrice sul mio indice come se fosse la cosa più affascinante del mondo. Lo feci per non dover guardare il suo corpo come un pervertito. La paura non mi lasciava guardare il suo viso, ma il suo corpo attraeva i miei occhi. Aveva capezzoli castano chiaro e pelle leggermente abbronzata.
" Un bel nome." Finse di sembrare impressionato dal mio nome.