Capitolo 65 La minaccia di Jerrold
Non appena ho finito di sparecchiare il tavolo da tè, il mio telefono ha squillato. Il mio cuore ha saltato un battito quando ho visto l'ID del chiamante. Ho stretto il telefono al petto, sono corsa in camera da letto e mi ci sono chiusa dentro.
"Cosa vuoi?", chiesi non appena cliccai sull'icona della risposta. La mia mano che teneva il telefono tremava. Una goccia di sudore mi scese lungo la guancia sinistra.
Una risatina sinistra arrivò dall'altro capo del telefono. "È così che saluti adesso, Gianna? Perché sei così nervosa? Come tuo fratello maggiore, non posso più chiamarti?"