Capitolo 548
L'aria della notte mi sfrecciò accanto, gelandomi e congelando il mio urlo. Sotto, il terreno si precipitò verso di noi, un terrificante caleidoscopio di asfalto e cemento. Attraverso la confusione, sopra di noi, potevo vedere le figure degli aggressori che irrompevano attraverso la porta sbarrata, i loro volti contorti dalla rabbia.
Elara si contorse a mezz'aria, i suoi movimenti erano incredibilmente aggraziati per qualcuno che cadeva da un palazzo. Il sollievo mi travolse come un'ondata, soffocando momentaneamente il terrore. Neith non era saltata. Non eravamo precipitati verso una fine che ci avrebbe frantumato le ossa. Invece, una brezza dolce e fresca ci avvolse, rallentando la nostra discesa. Gli occhi di Neith erano chiusi, il suo corpo irradiava un debole bagliore blu. Stavamo... scivolando? Sul vento? Il vicolo si precipitò verso l'alto, sfocandosi in un caleidoscopio di mattoni e sporcizia. Sotto, le figure sul tetto si rimpicciolirono, scomparendo alla vista. Poi, altrettanto bruscamente, la discesa si interruppe. L'impatto, quando avvenne, fu un leggero tonfo, come l'atterraggio su un materasso spesso e elastico.
Atterrammo nel vicolo.