Capitolo 283
Carlo
Grace sarebbe stata la mia morte. Il calore sotto la pelliccia era quasi soffocante, ma non era niente in confronto a come tutto dentro di me bruciava per lei. Farla venire come un'adolescente eccitata rendeva difficile pensare, difficile concentrarsi.
Quel che è peggio è che sapevo che avrei potuto averla. Le sarebbe piaciuto, forse si sarebbe vergognata di più di quanto pensasse di essere incosciente, ma mi ero astenuta per onore e forse per troppa maturità. Grace aveva bisogno che fossi abbastanza ragionevole per entrambi. Era ancora inquieta, ancora incerta.
Eppure, la tentazione di averla, di farle tutto e qualsiasi cosa volessi, era ancora lì, nella viscosità tra le sue cosce e nel dolore doloroso del mio cazzo premuto contro di lei.
Chiusi gli occhi, incerto su come fossi riuscito a controllarmi. Non ero nemmeno completamente al sicuro dall'adrenalina, dalle reazioni di lotta-fuga-o-fuga, ed eccomi qui, a coccolare questa bellissima donna con i suoi seni ancora premuti contro il mio petto, la sua gamba sopra il mio fianco e a malapena a un pollice dal spingere nella stretta, umida stretta del suo corpo.