Capitolo 369
"Sapevo che era primavera", mormora, con la testa ancora bassa mentre torna in carreggiata, "perché la riva del fiume era davvero fangosa. Cioè, continuavo a scivolare, non riuscivo a stare in piedi, fastidioso da morire. In inverno, è completamente ghiacciato. In estate, è così secco che la terra... si gonfia nell'aria".
Lui sospira, alza gli occhi verso i miei, e scrolla le spalle. E io sorrido un po', una piccola parte di me apprezza davvero l'idea che lui abbia raccontato il passare dell'anno da quanto è stato difficile non scivolare e cadere a faccia in giù in un fiume. Ma non dico niente, lo lascio solo continuare.
"Un giorno ci hanno mandato fuori a raccogliere legna, tra tutte le cose." La sua espressione si contrae per la confusione. "E devi capire, Ari, che... non raccoglievamo legna, né io né i ragazzi della mia caserma. Eravamo guerrieri a quel punto, nemmeno più in addestramento. Il nostro lavoro era mangiare, e... allenarci, e allenarci, in mancanza di condizioni migliori. E tenere pulita la caserma. Non mi hanno mai dato compiti fuori dalla caserma come raccogliere legna, a meno che non ci fosse un'emergenza o qualcosa del genere."