Capitolo 26 La tortura
Trisha si aspettava che l'ambiente circostante cambiasse di nuovo, ma invece Kanda la slegò dalla sedia, ma non dalla trave dall'alto. La sua pelle si strofinò mentre il suo tocco leggero le sfiorava lo stomaco prima che prendesse la sedia e la gettasse di lato. Svanì e Trisha deglutì.
Era bello avere la rassicurazione che si trattasse di un sogno. Permise a Trisha di lasciar andare di avere più senso per lei. Tutto questo era roba che non avrebbe mai potuto fare nel mondo reale.
"Demone, la tua attenzione sta vagando, è il momento della tua punizione." Kanda schioccò le dita e questa volta uno strano oggetto apparve nella sua mano.
Era un soffice pupazzo nero con una strana estremità affusolata. Notò il suo interesse e sorrise. "La tua punizione, tesoro mio."
La corda che sollevava Trisha si rimpicciolì e lei fu sollevata fino alle punte dei piedi, con un supporto appena sufficiente a non farle provare dolore. Kanda camminava dietro di lei. La sua mano le scivolò sulla spalla, lungo la schiena, e le accarezzò il sedere prima di spingerle le gambe divaricate.