Capitolo 483
Erano ricordi. Gli stessi ricordi di cui avevo visto sprazzi quando l'avevo trovato all'orfanotrofio, solo un po' più chiari.
Nessuno parlò più per un bel po' mentre Joseph continuava a disegnare. Edwin si sedette, il suo sguardo guizzava tra me e il ragazzo, le sopracciglia aggrottate. Eliza rimase accovacciata accanto a Joseph, aspettando pazientemente che il latte si raffreddasse sul tavolino.
Non potevo sopportare di vederlo in questo stato, di sapere che c'era qualcosa di oscuro e terrificante che tormentava la sua mente e che non potevo farci niente. C'era un modo, però, che mi avrebbe permesso di aiutarlo.