Capitolo 6 Bentornati
Quando Liam entrò, notò che la sua segretaria aveva appena terminato una telefonata.
Con tono disinvolto chiese: "Chi era in linea?"
La segretaria, apparentemente indifferente, rispose: "Era Sophia. Chiede il divorzio e ha persino programmato un'udienza in tribunale per domani mattina alle otto".
Mentre le parole aleggiavano nell'aria, Emma non poté fare a meno di sogghignare dentro di sé.
Considerato il profondo affetto che Sophia prova per Liam, potrebbe davvero prendere sul serio l'idea del divorzio?
Nonostante il suo scetticismo, Emma continuò a comportarsi in modo innocente.
Si aggrappò al braccio di Liam, premendosi contro di lui, e parlò con una cadenza seducente. "La colpa è mia, non è vero? Sophia deve essere arrabbiata perché sei stato così attento con me mentre ero in ospedale. È ovviamente gelosa. Forse dovrei scusarmi con lei."
Il tocco rassicurante di Liam confortò Emma. "Non lasciarti influenzare. Niente di tutto questo è colpa tua. Sophia può essere piuttosto meschina. Vuole il divorzio? Bene, andrò in tribunale domani e vedrò se lo pensa davvero!"
Con un'espressione esageratamente sorpresa, Emma inclinò la testa e rispose: "Liam, non comportarti in modo avventato. Come può davvero voler divorziare da te? Sta solo cercando di intimidirti. Se tu accettassi davvero di divorziare da lei, si vergognerebbe. Non andare, okay?"
Le labbra di Liam si strinsero in una linea sottile, gli occhi scuri per l'irritazione. "Se non me ne vado, continuerà a usare il divorzio per minacciarmi. Chi diavolo può sopportarlo? Inoltre, l'incendio è stato interamente opera sua. Emma, non te lo meritavi, e mi assicurerò che Sophia lo ammetta."
Emma chinò il capo, immagine di sottomissione, scegliendo di rimanere in silenzio.
All'insaputa dei presenti, un sorriso agghiacciante e sinistro le danzò brevemente sulle labbra dopo la dichiarazione di Liam.
Quello stesso giorno, la segretaria di Liam gli posò sulla scrivania l'accordo di divorzio appena consegnato.
Al ritorno dalla riunione, Liam diede un'occhiata veloce alla copertina del documento e lo gettò nel cestino con freddezza e disprezzo.
Sophia aveva esagerato e questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Nel frattempo, dopo aver consegnato l'accordo di divorzio, Sophia si ritirò nel suo hotel, con un compiaciuto senso di conclusione nel suo passo.
Aveva sempre immaginato che separarsi da Liam l'avrebbe distrutta, lasciando il suo cuore in rovina.
Eppure, mentre giungeva il momento decisivo, l'unica sensazione che la pervase fu un profondo e liberatorio sollievo.
Si era aggrappata alla vana fantasia di amare Liam per così tanto tempo che si era illusa di credere che lui fosse tutto ciò che aveva.
Eppure, lasciarlo si è rivelato sorprendentemente più semplice del previsto.
Con un singhiozzo stava per entrare nell'hotel.
Alzò gli occhi e si fermò di colpo, colpita dallo stupore.
Davanti a lei, all'ingresso, si sono radunati i membri principali del team di progettazione di Elite Lux.
Erano proprio queste le persone che avevano riposto la loro incrollabile fiducia in Sophia, una minorenne, quando l'azienda era ancora agli inizi.
Erano rimasti al suo fianco, tranne quando aveva scelto di sposare Liam.
All'epoca l'avevano messa in guardia, convinti che Liam non fosse l'uomo giusto per lei, ma lei aveva subito liquidato le loro preoccupazioni.
Si era aggrappata alla convinzione che il vero amore giustificasse qualsiasi sacrificio, qualsiasi distanza da attraversare, senza rimpianti.
Ora, ripensando a quei tempi, riconosceva la sua ingenuità.
Di fronte al suo team, le labbra di Sophia si contrassero in un sorriso sottile e i suoi occhi brillarono di lacrime, sopraffatti dal flusso di ricordi.
In piedi davanti a lei, il gruppo formò una fila perfetta, i loro volti gioiosi illuminavano lo spazio. "Bentornati!"
All'interno dei confini dell'hotel, Anna si avvicinò a Sophia dopo che gli altri erano andati nelle loro stanze. "Sophia, quando partiamo?"
La sede centrale di Elite Lux si trovava molto oltreoceano.
"Portate qui Jack", ordinò Sophia in tono brusco.
Anna era confusa.
"Sebbene questo matrimonio debba finire, devo anche riabilitare il mio nome", spiegò Sophia.
Anna attraversò il corridoio, spinse la porta di fronte a quella di Sophia e chiamò: "Jack, Sophia ha bisogno di te".
La genialità di Jack Parker risiedeva nella sua ossessione per la tecnologia, trascorrendo la maggior parte del suo tempo isolato in una sala server. Ma oggi era lì per un motivo: dare il benvenuto a Sophia.
Drappeggiato interamente di nero, la sua felpa con cappuccio proiettava ombre sul suo volto, lasciando visibili solo le sue labbra pallide sotto il sudario. La sua carnagione, nuda e spettrale, gli conferiva un'aura inconfondibile da vampiro.
"Sophia, cosa posso fare per te?" Il tono di Jack era calmo, con un pizzico di curiosità.