Cap. 91: Guai al compleanno
(Punto di vista di aprile)
So che dovrei dormire...
So che non dovrei andare da lui...
Ma eccomi qui, dopo aver pianto a lungo, in piedi fuori dalla porta della camera di Alex, con la mano sul pannello di legno, mentre lo chiamo dolcemente attraverso il collegamento mentale, "Zander?" Non ottengo risposta e mi chiedo per un minuto se riesca almeno a sentirmi. Non ci è riuscito quando ho provato a usare la mia telepatia e mi ha fatto piangere di nuovo.
Riprova, A. Raine piagnucolò dolcemente. Voleva Max così tanto, ma da quando mi sono svegliata, non riusciamo a parlare con nessuno dei due. È come se qualcosa ci stesse bloccando o qualcosa del genere e non sembra che provenga da Alex. E se stesse dormendo, Rai? Voglio dire... Forse ha accettato questo e sta già andando avanti? Odiavo il pensiero, odiavo ancora di più dirlo. Ma avremmo dovuto affrontarlo se fosse stato così. Non lo sono. E non lo farebbero!! Ci amano, A. Non LEI! Ora Raine mi stava ringhiando contro e io ho tirato su col naso, lo so, Rai. Ho la massima fiducia in lui anch'io. Ma non sappiamo ancora cosa sta succedendo. Quindi... sii pronto, okay? Tutto quello che ho ricevuto in risposta è stato un piccolo lamento triste. Ero proprio lì con lei. Ma non ci stavamo arrendendo, neanche. Così ho riprovato, "Zander? Per favore ascoltami." " Sono qui, tesoro! Ti sento! Dove sei?" Non hai idea di quanto mi abbia reso felice il suono della sua voce. Le lacrime scivolavano silenziosamente lungo le mie guance mentre appoggiavo la testa contro la sua porta e rispondevo, "Sono fuori dalla tua porta. Le guardie mi hanno fatto promettere di non provare a entrare. Immagino che tuo padre abbia lasciato ordini severi che non ti era permesso uscire e che nessuno tranne lui e tua madre poteva entrare."