Cap.10: Altri pezzi del puzzle
(Punto di vista di aprile)
Le mie mani tremavano mentre tiravo fuori l'altra cartella. Prendendo un profondo respiro, l'aprii lentamente e i miei occhi si riempirono immediatamente di lacrime. "Che diavolo?! Come hanno potuto tenermelo nascosto?!" fu tutto ciò che riuscii a pensare mentre leggevo il certificato di nascita che era quasi identico al mio.
Bambino Sorm. Nato il 10 ottobre 2005. Wolfe County Hospital. Contea di Wolfe, PA.
Come il mio fascicolo, c'era anche una tessera con il numero di previdenza sociale, ma questo fascicolo conteneva anche vecchi ritagli di giornale e la cosa che mi ha fatto piangere di più... un certificato di morte. Era datato esattamente sei mesi dopo la nascita del bambino.
Proprio in quel momento ho sentito papà chiedere a mamma se avesse visto una sua scatola di fascicoli da qualche parte e sapevo che prima o poi sarebbe arrivato fin qui. Così ho fatto velocemente delle copie di tutto e le ho messe anche nella mia scrivania. Sentivo papà che camminava silenziosamente lungo il corridoio che portava dalla cucina al fondo delle scale e sapevo che stava andando lì, così ho rimesso velocemente il fascicolo come l'avevo trovato, rimettendolo al suo posto nella scatola. Ho rapidamente spinto la scatola di nuovo sotto la mia scrivania, ho staccato la stampante, l'ho rimessa sulla scatola, poi ho messo una borsa di vestiti parzialmente davanti per nasconderla un po'. Nei pochi secondi che mi ci sono voluti per fare tutto questo mio papà era arrivato alla mia porta. Sono corsa alla mia toeletta e proprio mentre mi stavo rimettendo seduta papà ha bussato due volte alla mia porta, poi è entrato. "Ehi", sono riuscita a dire mentre stringevo i denti per non affrontarlo in quel preciso momento. Volevo saperne di più, però, prima di andare a metà scopata con uno dei due. "Ummm, April... hai visto qualcuno dei miei raccoglitori? Ne manca uno". Non mi è sfuggita l'esitazione quando ha detto il mio nome. Probabilmente quel bastardo ha dovuto pensarci per un minuto. Non che sarebbe stata la prima volta che mi ha chiamata con il nome sbagliato.