Capitolo 200
Forse stavo inavvertitamente facendo progressi e riconquistando la sua fiducia, poco a poco. Sembrava che stesse cercando di dimostrare qualche punto sadico lasciandomi la libertà di andarmene. Stava affermando ad alta voce che, che scegliessi di restare o di andarmene, non aveva davvero importanza perché aveva un'intera scuderia di donne usa e getta con cui sostituirmi, a sua completa disposizione.
Era un gioco così contraddittorio e ridicolo quello che faceva. Se stava davvero cercando di sostenere che non gli importava se me ne fossi andato per sempre, allora perché mi aveva fatto strappare il passaporto prima del nostro viaggio? Forse era certo che, indipendentemente da dove fossi scappato, non avevo un posto fisso dove andare e che sarei potuto solo tornare inevitabilmente alla villa, completamente dipendente da lui. Immagino che questa sola consapevolezza soddisfacesse l'ego di quel bastardo malato.
Ah! Che gioco mentale folle era questo? Un modo contorto di addestrare animali domestici obbedienti? O forse era semplicemente la sua idea di divertimento: imparare a instillare disciplina e lealtà nei suoi giocattoli umani senza cervello. O forse nella sua prospettiva demente, eravamo tutti semplicemente parassiti con cui giocare finché non si fosse annoiato.