Capitolo 28 Massimo
Le giornate sembravano sempre uguali quando Massimo trascorreva molto tempo nella sua stanza, ma a lui non importava niente.
Prima, era ancora in grado di sfruttare la debolezza e gli effetti postumi dell'anestesia chirurgica per dormire il più a lungo possibile. Mentre dormiva, non era tormentato da quella sensazione di non sentire le gambe, come se semplicemente non ci fossero, e a volte le sentiva un po', ma il suo cervello semplicemente non gli obbediva a muoverle. Poteva dimenticare il dolore delle tante ferite ancora aperte sul suo corpo, coperte da bende. Dei tanti dolori che erano ancora sparsi in tutto il suo corpo, e che sembravano non voler mai andare via.
Quando non era sveglio, riusciva a dimenticare che la vita per cui aveva lottato per 27 anni era ormai distrutta.