Capitolo 7
Quando sono tornata, ho salito barcollando le scale ed entrato nella stanza, ho sentito un'ondata di sollievo travolgermi quando ho visto che la mia compagna di stanza, Marianne, era lì da quelle parti. Sapevo che volevo andarmene; non volevo più vederla. Come una donna in preda alla frenesia, ho fatto le valigie e sono corsa fuori dalla stanza. Fortunatamente, a parte i miei libri, avevo ben poco bagaglio. Così alle 9 del mattino ero nella tavola calda locale, a sbirciare gli annunci di affitto o quelli di ricerca coinquilini.
Quando ho bevuto il secondo caffè, mi sentivo esausta e quasi in lacrime. Avevo fatto una doccia frettolosa prima di uscire e mi sentivo come se tutti nella stanza sapessero cosa avevo combinato la sera prima. Ogni volta che mi muovevo sentivo il dolore nel sesso, la tenerezza che mi riempiva di un desiderio che reprimevo in fretta. Ma sapevo di essere selvaggiamente, incontrollabilmente attratta dall'uomo che aveva reclamato il mio corpo la notte prima.
Anche se tutto quello che sapevo era che lavorava al Minotaur, il Fight Club più cattivo della città, e che il suo nome era Lucas.