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Indice

  1. Capitolo 1 Il mio piacere
  2. Capitolo 2 Nella mia lingerie
  3. Capitolo 3 Allargo le gambe
  4. Capitolo 4 Lavoro sui piedi
  5. Capitolo 5 Contro il vetro
  6. Capitolo 6 Liam
  7. Capitolo 7 Cena a casa del mio zio acquisito
  8. Capitolo 8 Sophia, cosa stai facendo?
  9. Capitolo 9 Vuoi essere la mia donna?
  10. Capitolo 10 Cuore infranto

Capitolo 2 Nella mia lingerie

Non avevo nemmeno cenato. Per tutto il tempo mi sono rimproverata mentalmente per aver cercato di sedurre il mio patrigno.

Avevo rovinato il nostro rapporto, ora avrebbe pensato che fossi una specie di psicopatica. Forse non mi avrebbe mai più guardato o, peggio ancora, non mi avrebbe mai più parlato o mi avrebbe evitato per sempre.

"Sophia?" Disse aprendo la porta della mia camera. Ero già addormentata.

Mi sono alzato velocemente e ho acceso la lampada sul comodino: ha proiettato una tenue luce dorata sulla camera da letto.

"Ethan..." sussurrai chiedendomi perché fosse nella mia stanza.

"Mi dispiace di aver lasciato il tavolo da pranzo", disse.

"Va bene, è stata tutta colpa mia..." iniziai a dire, ma lui mi interruppe.

"Shhh, non è colpa tua, sono io il più grande qui, avrei dovuto essere più responsabile", disse come se se ne fosse già convinto. "Dovrei essere tuo zio, dovrei proteggerti", aggiunse.

Ho spinto via la coperta senza nemmeno rendermene conto. I suoi occhi vagavano sul mio corpo, ero in lingerie rossa, la indossavo solo perché volevo aumentare la mia autostima dopo che lui l'aveva abbassata allontanandosi da me, non stavo cercando di sedurlo, non me lo aspettavo nemmeno.

Ma eccolo lì, piantato lì, a bere dalla mia immagine. Adoravo il modo in cui mi guardava, la mia mente lo stava registrando nel caso in cui questa fosse l'ultima volta che lo permetteva perché il suo autocontrollo era esagerato.

"Sophia..." Sussurrò il mio nome in un modo che sarebbe potuto sembrare un gemito.

Mi ha eccitato.

Non ho potuto trattenermi più, ho usato un dito per lanciare la piccola manica della mia lingerie, è caduta con facilità e ha scoperto leggermente il mio capezzolo sinistro, sarebbe bastata una sola spinta per essere nuda.

Lo stavo prendendo in giro e lui non aveva bisogno che nessuno gli dicesse cosa stava succedendo, vedo come mi guarda, so che anche lui mi desidera, a volte concludo persino che ogni volta che viene a trovarmi, cerca consapevolmente di sedurmi.

Punto di vista di Ethan

Sono entrato nella stanza di Sophia per scusarmi perché aveva visto la mia erezione prima. Era inappropriato e avevo paura che mi evitasse perché pensava fossi una specie di pervertito.

Ci sono voluti forza e coraggio per entrare nella sua stanza, la vidi sdraiata tra le coperte e mi chiesi come sarebbe stato avere il mio cazzo dentro il suo stretto e umido nucleo e staremmo sotto le coperte, mi chiesi come sarebbe stato penetrarla e succhiarle i capezzoli maturi mentre lei gemeva il mio nome.

Cerco di scusarmi e lei si siede. Potevo vedere il tessuto del suo pigiama rosso. Ho scoperto che non era un pigiama solo dopo che ha spinto via la coperta.

Potevo vedere il suo corpo intatto nascosto sotto la lingerie . Mi veniva l'acquolina in bocca al pensiero di toccarle la figa e il clitoride.

Si sfilò una spallina della lingerie e mi fissò con le labbra leggermente socchiuse. Non era così innocente come sembrava e non la biasimavo, non le rendevo le cose più facili.

Deglutii a fatica, se fossi rimasto un altro secondo avrei perso i sensi. Non potevo toccarla, da quando l'avevo conosciuta, tutto ciò che volevo era possederla, farla mia, essere l'unico nome che gemesse, essere l'unico ragazzo con cui si fosse mai scopata, ecco perché mi ero prefissato di tenere gli uomini lontani da lei.

Chiamatemi pure pazza, ma quando ho scoperto che Sophia era ancora vergine, ho incaricato delle guardie di seguirla in modo che chiunque le si avvicinasse venisse punito e la lasciassero immediatamente; i più testardi venivano torturati fino a piangere e implorare per la loro vita. Era mia e solo mia.

"Tesoro, non possiamo farlo", sono riuscita a dirle. Non sapeva dei miei sentimenti per lei, se lo sapeva, le sarebbe piaciuto davvero o mi avrebbe dato della pazza, ma era ovvio che anche lei mi voleva.

"Dice chi... Nessuno lo saprebbe." Sussurrò. In quel momento avrei voluto saltarle addosso.

Non potevo credere che finalmente il mio piccolo angelo mi accettasse, sapevo che molto presto sarebbe stata mia, che finalmente i miei desideri e le mie fantasie avrebbero preso vita, ma non potevo fare questo a mio fratello e a sua moglie.

Mio fratello la amava moltissimo e mi avrebbe ucciso se avesse scoperto che toccavo sua figlia. Ma se non fossi stato io a scoparla, non sarebbe stato nessun altro.

"Mi dispiace." Le sussurrai e uscii velocemente dalla sua camera da letto per andare nella mia. Il mio cazzo era dolorosamente duro.

Chiusi la porta a chiave e andai in bagno, presi un contenitore di vaselina dall'armadietto, tirai fuori il mio cazzo duro e me lo applicai sul membro.

Chiusi gli occhi e immaginai la bocca di Sophia avvolta attorno al mio cazzo.

"Ahhh..." gemetti spingendo la testa indietro e accarezzandomi lentamente il cazzo.

Mi stava uccidendo il fatto che la ragazza dei miei sogni fosse proprio dall'altra parte del corridoio, ma dovevo prendermi cura di me stesso, altrimenti avrei perso il controllo e avrei lasciato che la bocca di Sophia assorbisse il mio carico o, peggio ancora, avrei potuto farle scoppiare la ciliegia quella notte stessa.

"Basta... cazzo" dissi mentre lo sperma schizzava sul vetro della cabina doccia.

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