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Capitoli

  1. Capitolo 51 Morte
  2. Capitolo 52 Un miracolo
  3. Capitolo 53 Annunciare la sua vera identità
  4. Capitolo 54 Annunciare la sua vera identità (2)
  5. Capitolo 55 Le notizie di Ariana
  6. Capitolo 56 La visita di Nathaniel
  7. Capitolo 57 Numero privato
  8. Capitolo 58 Il libro di Lydia: Un applauso
  9. Capitolo 59 Il libro di Lydia: Un applauso indietro (2)
  10. Capitolo 60 Intervista alla signora King (1)
  11. Capitolo 61 Intervista alla signora King (2)
  12. Capitolo 62 Il suo attico
  13. Capitolo 63 Il panico di Jenny
  14. Capitolo 64 La panchina perfetta
  15. Capitolo 65 Andrea
  16. Capitolo 66 La prova
  17. Capitolo 67 La prova (2)
  18. Capitolo 68 La verità è venuta fuori
  19. Capitolo 69 Fuggire
  20. Capitolo 70 Lo giuro Lydia, lasciami amarti di nuovo

Capitolo 3 Questo sono io Il punto di vista di Lydia

Ho dato un'ultima occhiata alla villa. Mi sono sentito estremamente patetico che qualcuno come me si lasciasse giocare in questo modo.

Avrei dovuto capirlo. In tutti questi anni, non si è mai preoccupato di conoscermi meglio e persino le cameriere hanno avuto più occasioni di vedere lui che me. Come ho potuto essere così ingenua da credere che un uomo così freddo mi avrebbe mai trattata in modo diverso?

No, non è così freddo. È solo che la sua tenerezza non è mai stata per me... Ero solo un nessuno...

"Bene, bene, sembra che finalmente te ne vai?" Una voce piena di scherno proveniva dalla mia schiena e quando mi voltai vidi Dia, una delle cameriere. Spostò lo sguardo dalla mia valigia al mio viso. Lomi, un'altra cameriera, era in piedi accanto a lei.

"Awww... Vorrei dire che saremo così ferite e ci mancherai, ma sarebbe una bugia molto cattiva. Se te ne vai, chi si occuperà di tutte le faccende domestiche?" aggiunse Dia.

"Va tutto bene, signora Lyd ia? La signora King ci ha chiesto di preparare le tue cose." chiese Lomi con sincera preoccupazione nel tono. Mi morsi il labbro per non crollare alla domanda. Non volevo mostrare alcuna debolezza prima di andarmene, soprattutto a coloro che mi avevano fatto del male.

Dia le lanciò un'occhiata arrabbiata e le sussurrò di stare zitta.

"La prossima volta resta a casa tua ed evita di cercare uomini ricchi con cui sposarti, tu che sei una cercatrice d'oro." Sputò Dia con tono disgustato.

"Smettila." Lomi mi ammonì severamente. Dia la guardò ma in un lampo le diedi uno schiaffo forte.

Con chi diavolo pensava di parlare? Mi avevano chiamato con diversi nomi come patetico, povero, bisognoso, ma una cosa con cui non giocherei mai è chiamarmi un cercatore d'oro quando non mi è mai importato niente dei suoi soldi.

"Non parlarmi mai più in quel modo." La fissai con freddezza.

Riversando la mia frustrazione su di lei, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché ero stufo e stanco di quanto mi avessero calpestato.

Stava per parlare quando ho alzato la mano per fermarla, "Stai zitta, cazzo ! Ora è meglio che tu sappia qual è il tuo posto e ci resti. Bambina stupida."

Mi è sembrato così emozionante dirlo, di lasciar uscire tutta la rabbia repressa. Si è tolta la mano dal viso e si è mossa lentamente verso di me, ma Lomi l'ha trattenuta.

Il mio telefono squillò forte e presi un respiro profondo prima di rispondere. "Sei pronto?" chiese Andrew e io annuii prima di dire "sì".

"Bene, ci siamo quasi." Disse, poi ci salutammo.

Il sospetto scivolò negli occhi di Dia, ma non me ne fregava un cazzo di cosa stesse progettando. Mi voltai verso Lomi e le diedi un abbraccio. Era l'unica a cui importava di me in questa casa. Cercava sempre di aiutare nei limiti delle sue possibilità.

"Ciao signora Lydia, spero che tu possa trovare la pace e l'amore che meriti perché sei stata davvero un gioiello in questa casa e mi mancherai", disse Lomi con voce tremante.

"Grazie Lomi. Grazie davvero tanto." Dissi e lei annuì, regalandomi un caldo sorriso.

Un clacson si levò da fuori la porta. Un sorriso mi si insinuò sul viso quando vidi l'uomo in piedi accanto alla Rolls Royce nera. Le sue labbra si curvarono in un sorriso e corsi immediatamente tra le sue braccia aperte.

"Mi dispiace tanto...mi dispiace davvero." Mi scusai ripetutamente mentre lui mi tirava per un abbraccio da orso.

"Va tutto bene, grazie al cielo stai bene." Mi sussurrò all'orecchio, espirando di sollievo. "Papà ti sta aspettando a casa. Non hai idea di quanto fosse emozionato quando ha saputo che saresti tornato a casa."

Mi asciugai le lacrime dopo le sue parole e chiesi con un po' di preoccupazione: "Papà non è arrabbiato con me perché me ne sono andato di casa per così tanto tempo?"

"Ragazza sciocca. A cosa serve la famiglia? Noi saremo sempre qui per te, non importa cosa farai."

Sono quasi scoppiata di nuovo a piangere, ma mi sono trattenuta perché non volevo che mio fratello si preoccupasse per me.

Quanto sono stata sciocca in questi anni? Ho abbandonato la famiglia che mi ha amato senza condizioni per tutta la vita e sono venuta qui per prendermi cura delle persone che mi hanno trattato come spazzatura. È tutto a causa della stupida decisione che ho preso.

Sapevo di avergli spezzato il cuore quando ho nascosto la mia identità per sposare Nathan. Loro mi hanno spianato la strada più facile e io ho scelto quella più difficile. Stupida ragazza che ha scelto l'amore invece della famiglia!

Ora sono più consapevole che mai. E nessuno potrebbe più fare del male alla mia famiglia, nemmeno io!

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