Capitolo 66
Sasha non era sicura di quanto tempo fosse rimasta lì accovacciata a piangere alla fermata dell'autobus, ma a un certo punto la pioggia leggera si era trasformata in un acquazzone e l'aveva completamente inzuppata. Notandola, qualcuno si è avvicinato rapidamente.
“ Signorina, sta bene? Fa così freddo qui fuori, e piove anche.
Non vuoi andare a casa?" Al suono della voce dello sconosciuto, Sasha sollevò lentamente la testa che stava appoggiata sulle ginocchia. Lo sconosciuto era una donna di mezza età, sulla quarantina, che indossava una giacca spessa e imbottita con lanugine sugli orli. Anche da lontano, Sasha riusciva a percepire l'odore di petrolio e fumo che emanava dalla donna. Doveva essere una casalinga o una casalinga. Scuotendo la testa, Sasha tirò su col naso.
" Sto bene."
" Allora, dovresti tornare a casa in fretta. Probabilmente c'è qualcuno che ti aspetta, giusto? Hai perso l'autobus? Ti dico, signorina, non ci sono autobus che passano da queste parti a quest'ora. Ti aiuterò a fermare un taxi", si offrì gentilmente la donna.