Capitolo 74
Giglio POV
Tutto il mio corpo faceva male, pulsava al proprio ritmo. L'ultima cosa che ricordavo era che Damien finalmente ci raggiungeva prima che l'oscurità prendesse il sopravvento. Aprendo gli occhi, ho potuto sentire un segnale acustico. Guardandomi intorno, scopro di essere in un letto d'ospedale. Damien dorme sulla sedia accanto a me, con la testa appoggiata al poggiatesta con le labbra leggermente aperte mentre russa piano. Tirando indietro le coperte, le mie ferite guariscono ma sono dolorosamente lente.
Quasi ogni pezzo di pelle è livido e solo muovermi leggermente mi fa rimanere il respiro in gola per il dolore. Eppure sono vivo, quindi accolgo con piacere il dolore. È meglio della sensazione che mi ha travolto nel parco. Non ho mai temuto così tanto la morte come in quel momento, poiché non sentivo altro che assenza di gravità e oscurità insinuarsi su di me.
Togliendo il pulsossimetro dal dito, la macchina emette un forte segnale acustico e mi avvicino per spegnerlo. Il movimento mi fa sibilare mentre lancio le gambe oltre la sponda del letto. Tiro fuori la linea attaccata alla vena del mio polso. Il sangue sgorga dal movimento improvviso e metto il dito sul segno di inserimento finché non si ferma.
Alzandomi, vado velocemente in bagno e faccio pipì prima di lavarmi le mani. Mi sento molto meglio e le mie ferite sembravano guarire più velocemente del normale. Il dolore c'è ma non è insopportabile e per la maggior parte è solo un leggero pizzicore. Guardandomi allo specchio, sussulto. La mia pelle è ferita, ma non è questo che trovo scioccante. È il brutto segno che va dal sopracciglio alla mascella, frastagliato come se qualcuno mi avesse preso un apriscatole in faccia.