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Indice

  1. Capitolo 1
  2. Capitolo 2
  3. Capitolo 3
  4. Capitolo 4
  5. Capitolo 5
  6. Capitolo 6
  7. Capitolo 7
  8. Capitolo 8
  9. Capitolo 9
  10. Capitolo 10
  11. Capitolo 11
  12. Capitolo 12
  13. Capitolo 13
  14. Capitolo 14
  15. Capitolo 15
  16. Capitolo 16
  17. Capitolo 17
  18. Capitolo 18
  19. Capitolo 19
  20. Capitolo 20
  21. Capitolo 21
  22. Capitolo 22
  23. Capitolo 23
  24. Capitolo 24
  25. Capitolo 25
  26. Capitolo 26
  27. Capitolo 27
  28. Capitolo 28
  29. Capitolo 29
  30. Capitolo 30

Capitolo 23

A giudicare dalla scarsa luce del sole che filtrava attraverso le pieghe increspate delle tende scarlatte, mi ero svegliato prima che il sole iniziasse a sorgere. Non appena aprii gli occhi, il mio battito cardiaco accelerò. Pensieri e aspettative sfrenate su cosa mi avrebbe riservato la giornata mi attraversarono la mente. Chi aveva giocato a Iridian in passato non aveva mai fornito più di pochi dettagli. Nessuno, a parte chi aveva giocato, sapeva cosa contenesse il Branco Iridescente.

Non avevo la minima idea di cosa aspettarmi , ma dopo il mio incontro nella foresta la notte scorsa, sapevo che non c'era niente di escluso. Come per ricordarmi che era successo, frugai nella tasca dei pantaloncini che indossavo e tirai fuori la biglia di ossidiana. Potevo vedere una versione in miniatura del mio viso riflessa sulla sua superficie liscia, i miei occhi luminosi spalancati e i miei capelli lucenti di una fiammante tonalità arancione. Sembravo esausto e nervoso, stanco ma sveglio. Alzai anche la mano e sfiorai la fredda pietra della collana che indossavo, assicurandomi che fosse rimasta al mio posto durante la notte. Non avrei snobbato il Creatore di Strategie e i membri del suo branco, dopo tutto quello che era successo finora. Con un gemito, rimisi la biglia in tasca e mi girai, determinato a dormire per un'altra ora o due.

Qualcosa frusciò sotto la mia testa, un angolo affilato mi colpì la tempia. Con una smorfia, mi strofinai gli occhi per liberarmi dal sonno e mi misi a sedere. La trapunta di seta mi sfiorava la pelle, liscia e fredda al tatto. Il materiale si increspava e fluiva come un oceano di rubini mentre la spingevo giù ai piedi del letto. Un lampo di irritazione mi cancellò ogni residuo di stanchezza dalle ossa. Raccolsi il grosso foglio di carta che era sul cuscino accanto a me, fissando con sguardo truce la familiare, intricata scrittura.

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