Capitolo 3 Come uccidere un drago

Punto di vista di Mia

"Il trapianto di midollo osseo è stato tre mesi fa, stupido", la risatina di Lucas segue la sua richiesta nel corridoio vuoto.

Metto la mano sulla maniglia della porta, ma non riesco a trovare la forza di girarla. Ho visto quanto sono amorevoli insieme, troppe volte e per troppo tempo.

Come se mi stessi torturando, resto lì immobile, in ascolto.

"Oggi è solo un normale controllo e il risultato è sempre stato buono prima, hmm?" lo consola Lucas.

Riuscivo a vedere il suo sorriso tenero nella mia testa mentre conquistava l'amore della sua vita, accarezzandole la testa con il suo palmo potente come se fosse il fiore più delicato del mondo.

Quel calore e quell'amore sono qualcosa che ho avuto da lui solo una volta, e quella volta ho pensato di aver toccato il sole. Per quell'unica volta di luce che ho visto nella mia vita buia, mi sono gettato a quel sole, scommettendo con tutto quello che avevo.

E proprio come il sole, mi ha bruciato.

Non importa quanto lo amassi, non importa quanto facessi per lui, non otterrò mai nulla in cambio. Perché ha già pagato il prezzo più alto: ha sposato me, una donna che non ama. E questo rende tutto a posto.

"E se fallisse...di nuovo?" chiede Sophia in tono piangente.

Willebrand non è curabile...ancora. Lucas ha fondamentalmente comprato questo reparto VIP per lei, e ha trascorso gli ultimi cinque anni a elaborare un piano dopo l'altro con il dottore che le ha trovato con uno stipendio a sette cifre, che si dice abbia fatto progressi nella cura di Willebrand.

"Allora continueremo a provare", risponde Lucas con tutta la tenerezza del mondo, "sai che non permetterò che ti accada nulla".

Non posso. Non posso entrare. Le sue parole prosciugano tutta l'energia che riesco a trovare nelle mie membra e quasi mi sciolgo.

Sapevo che lui la amava. Me lo ricordavo ogni giorno, da quando ho memoria. Penseresti che ormai dovrei essere insensibile a quel dolore. Vorrei. Ma il mio cuore ribelle soffre ancora per lui.

"So che lo farai. È solo..." mormora Sophia, aggiungendo esitante, "Non potrò stare con te se rimango il vaso imperfetto..."

...una che si rompe al minimo tocco. Di solito, parole come queste fanno sì che tutti accorrano per consolarla.

Questa volta Lucas non risponde subito.

La mia gola è secca mentre si stringe, fa così male che devo trattenere il respiro. Le darà la buona notizia? Che sarà un uomo libero oggi? Ora può. Sa che la sua libertà è in arrivo e può prometterle la sua vita.

Vorrei irrompere e fermarlo. Non voglio sentirglielo dire ad alta voce. Ma non oso. L'ultima volta che ho lasciato che i miei sentimenti prendessero il sopravvento, mi sono beccato una punizione di cinque anni.

"Sophia, sono sposato,"

Cosa ha detto?

Sbatto le palpebre per lo shock. Ha detto davvero questo? Che è sposato? È un rifiuto? Posso permettere alla speranza tormentosa di germogliare, anche solo un po'?

"Mi dispiace che tu abbia dovuto farlo per me! Non avresti dovuto...!" Sophia scoppiò a piangere, il suo tono era così triste che persino io sentii crescere dentro di me il senso di colpa.

Sì, non avrebbe dovuto. Anche se non fosse stato d'accordo, avrei comunque salvato Sophia. Non è che i miei genitori lo permetterebbero altrimenti.

Sophia e io siamo entrambe nate con il gruppo sanguigno RH-. Una benedizione per lei, una maledizione per me.

Semplicemente perché sono nato sano.

Sophia aveva bisogno del mio aiuto e ho chiesto a Lucas di pagare il prezzo più alto per salvare il suo amore. L'ha fatto. Pensavo di ottenere ciò che volevo per una volta. Ma tutto quello che ho fatto è stato dimostrarle il suo amore e lasciare una profonda cicatrice nel mio cuore.

Gli ho rubato l'occasione con il suo amore e lui ha fatto in modo di rovinare la mia.

È giusto che sia così.

"Te l'avevo detto," la confortò Lucas con la sua voce bassa, "non permetterò che ti accada niente."

Anche a me una volta ha promesso la stessa cosa. Immagino che una promessa non conti finché il ragazzo che l'ha fatta non può crescere e diventare un uomo che la mantenga.

Sophia si tuffa tra le sue braccia. O almeno così sembra. Non lo so. Non voglio saperlo.

Mi tiro indietro, come la perdente che sono in questa relazione.

[Sono all'ospedale, esci quando puoi,] scrivo a Lucas. Pensavo di aver fatto pace con la cosa. Alla fine, non riesco ancora ad entrare.

Alla fine, perdo comunque contro di lei.

Io sono il male nella mia storia, e il male non ottiene ciò che vuole. Punto. È così che dovrebbe essere una bella storia. Il principe uccide il drago, e poi la principessa ottiene il suo lieto fine.

Certo, non mi farebbe male fisicamente. Lui è il cavaliere bianco. Ha solo calpestato il mio cuore nel fango, torcendo il piede per infliggere dolore nel tifo del suo regno.

Lui poteva calpestare il mio cuore perché io glielo permettevo. Non posso più permetterlo, quando non c'è più un brandello di quel cuore che lui possa calpestare.