Capitolo 209 Interessante
"Sto bene. Grazie." Janet scosse la testa, si spolverò il vestito e prese la borsa per andarsene, "Signorina, la sua caviglia è sbucciata. Penso che ci siano anche altre ferite. La porti in ospedale per un controllo," propose Kent.
"No, sto bene. Devo andare al lavoro. Comprerò dei cerotti mentre vado", disse Janet, forzando un sorriso educato. Doveva essere in ufficio entro dieci minuti.
"Bella signora, per favore mi dia la possibilità di fare ammenda con lei", disse Kent, tenendole la mano.
L'improvvisa lode lasciò Janet sbalordita. Proprio quando stava per dire qualcosa, l'uomo disse: "Sono Kent Perkins. C'è un ospedale qui vicino. Posso accompagnarti lì. Se hai paura di arrivare in ritardo al lavoro, posso chiederti un permesso. Sono un Perkins. Sono sicuro che potrei aiutarti".
Janet corrugò la fronte. Odiava il modo in cui Kent si era presentato. Sembrava arrogante e spavaldo, come se credesse che il mondo intero dovesse conoscerlo e dimostrargli rispetto.