Capitolo 123 Centoventitre
Punto di vista di Lola
Tutta l'aria mi abbandonò e mi sedetti sulla sedia con un sospiro. Sapevo che avevamo a che fare con una psicopatica, ma non sapevo che fosse così squilibrata da aver ucciso la propria madre.
"Quando ho visto che aveva ucciso mia madre, l'ho pugnalata al cuore con un paletto avvelenato e così l'ho uccisa", ha detto e tutti noi l'abbiamo guardata con gli occhi sgranati. Deve aver pensato che la stessimo giudicando perché si è tenuta la testa e ha iniziato a borbottare.
"Non ho mai voluto farle del male, giuro che non l'avrei uccisa. Semplicemente non sono riuscito a fermarmi mentre le conficcavo il paletto nel cuore. È caduta davanti a me, lo ha fatto. L'ho vista esalare l'ultimo respiro mentre il suo sangue le usciva a fiotti dal petto e mi inzuppava. Mi ha guardato negli occhi e ha cercato di strapparsi da me ma ho tenuto il paletto dentro di lei mentre il suo sangue le usciva dal corpo e si raccoglieva ai nostri piedi", ha singhiozzato e ha cercato di rannicchiarsi su se stessa come se potesse farla sfuggire ai ricordi che la tormentavano.
Mi sono avvicinato e le ho preso delicatamente le mani tra le mie, stringendole leggermente per darle una qualche forma di sostegno e lei mi ha guardato. Il suo viso in lacrime ha spezzato qualcosa in me e l'ho tirata a me. L'ho abbracciata forte, ha stretto i miei vestiti e ha singhiozzato piano nel mio petto.