Capitolo 113 Centotredici
,Punto di vista di Lola
Buff mi condusse in una stanza e si fece indietro mentre io mi fermai di fronte. "Questa è la stanza?" gli chiesi e lui si risvegliò bruscamente dal sogno a occhi aperti in cui si trovava. Si leccò le labbra e alzò lo sguardo dalle mie gambe prima di annuire.
Non gli ho dedicato un'altra occhiata prima di chiudere la porta e di entrare nella stanza, sbattendo la porta dietro di me. Sono entrata nella grande stanza e sono caduta a faccia in giù sul letto. Le lacrime minacciavano di scendere ma le ho trattenute, essere una piagnona non risolverà nulla, ma essere una pensatrice cronica e avere idee risolverà molto.
Mi sono seduta, mi sono tolta le scarpe e mi sono massaggiata le gambe. Ogni parte del mio corpo mi faceva male e intendo proprio ogni parte del mio corpo. Mi sono alzata per chiudere la porta dietro di me perché non volevo che lo psicopatico entrasse quando mi fossi addormentata. Mi sono tolta il capo di vestiario che indossavo e mi sono addormentata pensando a come il mondo sarebbe stato un posto migliore in cui vivere se non ci fossero stati feccia come Damon.
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