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Capitoli

  1. Capitolo 151
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  11. Capitolo 161
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Capitolo 207

Lui salta su, si gira e inizia ad avanzare con un movimento fluido che qualcuno della sua stazza non dovrebbe essere in grado di fare, ma lui lo ha fatto sembrare come niente. Mi raggiunge e mi afferra il braccio e io mi svincolo dalla sua presa solo per essere catturato dall'altro braccio. Faccio un colpo nel tentativo di liberarmi dalla sua mano enorme. Non mi ha lasciato andare, ma so che il contatto lo ha colpito dall'espressione sul suo viso. Continuiamo questa danza per un po'. Il combattimento ravvicinato è qualcosa in cui sono bravo. Di solito la mia stazza lo richiede, ma è difficile per i miei amici più grandi. Sfrutterò qualsiasi vantaggio possibile.

Lui mi afferra il polso e mi fa girare, mirando a una presa alla testa, ma sopravvaluta la mia altezza e io scivolo di nuovo sotto il suo braccio, trascinandolo con me. Mi colpisce con un pugno alla gabbia toracica che mi toglie il fiato e vedo un lampo bianco per un breve secondo per il dolore. Tira giù il mio polso cercando di farmi cadere di nuovo a terra. Rotolo e lo colpisco al petto con il calcio più forte che riesco a radunare a questo punto, ma è stato sufficiente. Lui barcolla all'indietro, mi guarda e sorride. È il sorriso più malvagiamente giocoso che abbia mai visto. Il fuoco nei suoi occhi mi fa sapere che sono nella merda fino al collo.

Lui fa due passi di corsa e salta spostandosi a mezz'aria. Non esito nemmeno a correre avanti, scivolare sotto la sua forma mutevole e trasformarmi nel mio lupo mentre mi metto a quattro zampe e lui atterra di fronte a me. Il suo enorme lupo color ruggine ha la testa bassa verso il terreno, entrambi gli occhi ambrati fissi su di me, i muscoli che ondeggiano, tesi e pronti a balzare su di me.

Il mio lupo abbassa il petto a terra pronto a tutto. Possiamo saltargli addosso o schivarlo a destra o a sinistra. Il vantaggio di essere piccolo è che sono sempre vicino a terra e so come irrigidire il mio baricentro.

Lui mi carica e il mio lupo schiva a destra e gli mira un morso alla zampa anteriore sinistra. Lui è troppo veloce per noi, però, e si gira appena fuori dalla nostra portata e gira le zampe posteriori per piombare sul nostro fianco. Noi prendiamo il colpo e lo assorbiamo rotolando, tornando in piedi prima che lui possa balzare. Questa volta lo carichiamo, prendendo l'offesa, lui abbassa la testa anticipando un attacco frontale. Invece noi saltiamo su e sopra la sua testa atterrando sulla sua schiena, un altro vantaggio dell'essere più piccoli. Affondiamo i denti nella collottola e stringiamo come se la nostra vita dipendesse da questo.

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