Capitolo 65
"Lasciala andare, cazzo, adesso, Chester!" disse una voce familiare ma strana.
L'uomo mi lasciò andare la gola. Caddi a terra e senza fiato. L'uomo chiamato Chester sputò per terra e si fece beffe. "Hai preso il tuo tempo, codardo!"
"Stavo chiamando la mia ragazza, *stronzo."
Lo sapevo. Stava chiamando qualcun altro. Ho tossito per un po', ma alla fine ho ripreso l'orientamento. Alzai lo sguardo e vidi Leon in piedi sotto la pioggia, ancora arrogante e impavido come il giorno in cui era uscito di casa. Lo fissai e anche lui mi guardò. C'era un accenno di senso di colpa nel suo sguardo e per una volta si scusò: "Mi dispiace, Renee. Non mi aspettavo che questa stronza fosse abbastanza intelligente da incastrarmi. Mi spiace di averti trascinato in tutto questo.
Ho scosso la testa Non lo biasimavo. In effetti, ero preoccupato. Leon era solo e disarmato. Per favore, non finire come Olivia, mi sono voltato per dare un'occhiata a terra immobile e con gli occhi chiusi. Sembrava che avesse subito gravi ferite. La tenevo tra le braccia e continuavo a dire che andava tutto bene. Forse lo stavo dicendo a me e a lei.