Capitolo 825 Disilluso
Jarrod si rimproverò per non aver portato le cose oltre con Nicole. Il breve assaggio che aveva avuto di lei aveva acceso ogni nervo del suo corpo. Ora, bruciava dal desiderio di inchiodarla, fonderla con la sua essenza finché non fosse riuscita né a scappare né a tentare un'altra anima.
Il fatto che Nicole, ubriaca, avesse pronunciato il nome "Roscoe" continuava a irritare Jarrod, come una spina conficcata sotto la pelle, accendendo in lui il desiderio di trovare ed eliminare Roscoe.
"Jarrod, puoi guardarmi e dire onestamente che sei stato giusto con nostro figlio e con me?" Nicole lo sfidò, la sua angoscia impressa nei suoi occhi iniettati di sangue. In quel momento, detestava l'uomo che incombeva su di lei. "Perché devo supplicarti? Austin non è forse carne e sangue tuo?"
"Capisco di avervi fatto male entrambi, ma non mi avete dato l'opportunità di sistemare le cose", ribatté Jarrod, sentendo il suono vuoto delle sue parole risuonare nell'aria come un'eco in una caverna vuota. Eppure, la sua disperazione di aggrapparsi a Nicole oscurava ogni parvenza di orgoglio o vergogna.
"Nicole, tutto ciò che chiedo è che tu ci sia per Austin come sua madre e che tu resti con me. Prometto di darti il rispetto che meriti e di fare del mio meglio per sistemare le cose sia per te che per Austin. Ma se rifiuti, quelle opportunità andranno perse per sempre". La logica di Jarrod era fredda e metodica, simile a quella di un astuto mercante che conclude un affare. Mirava a una transazione in cui i desideri di Nicole diventassero valuta, scambiati per la sua compagnia costante al suo fianco.