Capitolo 143 Il colpo di scena (8)
Passarono altri cinque giorni, ognuno dei quali fu un doloroso promemoria delle immutate condizioni di Roseanne. Rimase in un sonno profondo, incapace di svegliarsi. Durante il giorno, Nicholas inseguì instancabilmente il suo colpevole, determinato a trovare la persona responsabile del male fatto a Roseanne. Di notte, le stava accanto come un guardiano silenzioso nella stanza buia dell'ospedale. Di tanto in tanto, trovava un momento per visitare la loro casa e controllare i bambini.
L'impatto dell'assenza di Roseanne gravava pesantemente sui bambini, in particolare su Leon. Si chiudeva in se stesso, chiudendosi fuori dal mondo e rifiutandosi di parlare. Nicholas provava tristezza ogni volta che vedeva la sofferenza silenziosa di Leon.
Era disperato e voleva entrare in sintonia con Leon, così lo incoraggiò ad unirsi a lui per le corse mattutine, sperando che l'aria fresca e l'esercizio fisico potessero aiutarlo a sentirsi meglio, anche solo un po'.
Nel frattempo, il dolore di Coco era percepibile. Trascorreva le sue giornate piangendo per sua madre. Nicholas trovava conforto nel fatto che Coco esprimeva ancora le sue emozioni, anche se era straziante assistervi. Ogni notte, la teneva stretta, sussurrandole rassicurazioni sul fatto che sua madre si sarebbe ripresa, anche se lui stesso non ne poteva essere certo.
La disperazione di vedere i bambini soffrire straziava il cuore di Nicholas, ma lui si rifiutava di lasciarsi consumare da essa.